marcelo on Mon, 13 Mar 2006 12:15:01 +0100 (CET) |
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<nettime> trial mediaset vs. telestreet postponed |
the trial against the authors of "telestreet" in italy has been postponed until 20th march - sorry we didnt have time to translate the document into english yet, we will try in the next few days but i guess it is urgent news so i forward it in italian... ----- La decisione sulla querela che Mediaset ha sporto contro gli autori del libro "Telestreet macchina immaginativa non omologata" è stata rinviata al 20 marzo. Alcuni mi hanno chiesto di dare più informazioni sui contenuti dell'accusa che ci viene rivolta. Lo faccio qui sotto, sinteticamente. Qualche tempo fa io, Giancarlo Vitali e Marco Jacquemet abbiamo ricevuto una comunicazione giudiziaria. Ritenendo gravemente lesi i suoi interessi, Mediaset ci ha querelati insieme all'editore del libro. Il 20 marzo un magistrato valuterà se archiviare la questione o darle seguito e spedirci in tribunale per diffamazione a mezzo stampa. Ma al di là delle conseguenze che questa vicenda avrà per gli autori di questo libro, è inquietante il fatto che l'espressione del pensiero venga perseguita penalmente da un'azienda che possiede tre televisioni e occupa il vertice del potere politico da cinque anni. Perciò vale la pena ascoltare le ragioni degli accusatori, per capire cosa hanno in serbo per tutti noi, se il 9 aprile e dopo non saremo capaci di metterli in condizione di non nuocere. Dicono gli accusatori: "Mediaset è società quotata in borsa ed è impresa leader nel settore della comunicazione. Per una società di tali caratteristiche la reputazione e l'immagine in senso lato rappresentano al tempo stesso patrimonio e fonte di reddito. Pertanto il discredito gettato con addebiti diffamatori come quelli contenuti nel libro in questione provoca gravissimi danni alla società Mediaset ed ai suoi azionisti, alterando il regolare andamento del titolo e dei mercati." In verità nell'anno successivo all'uscita del libro il fatturato di Mediaset è stato di oltre 3 miliardi, con una crescita del 32.5% rispetto all'anno precedente. Il titolo di borsa per parte sua ha registrato una performance eccezionale con incrementi compresi tra il 15% e il 45%. Ma questo poco importa. Il nostro libro ha danneggiato i loro affari. E i loro affari sono l'unica cosa che conta.. Ma come? chiederete voi. Non c'è forse in questo paese il diritto di critica politica? Rispondono gli accusatori: "è evidente come non possa ritenersi legittimo esercizio del diritto di critica l'aggiungere arbitrariamente proprie illazioni non suffragate da alcun elemento di fatto o addirittura riportare dati completamente falsi come l'ipotesi che Mediaset sia stata favorita da leggi emanate appositamente per essa e su queste basi muovere un attacco denigratorio." Gli autori di Telestreet fondano la loro critica su un presupposto: Mediaset è stata favorita dalla pratica legislativa del governo Craxi e poi dalla legge Mammì. Falso, rispondono gli accusatori. Falso? Ammettiamo pure che Mediaset non sia stata favorita né dal governo Craxi né dalla legge Mammì né magari dalla legge Gasparri (occorre una fantasia straordinaria per ammettere una cosa del genere, ma ci proviamo). E allora? Gli accusatori sostengono che la critica non può esercitarsi quando sia basata su premesse false (Mediaset favorita dal potere politico). "Anche per la critica può porsi un problema di verità quando essa è riferita a fatti di cronaca. In tal caso la verità è requisito che attiene all'esercizio del diritto di cronaca ma indirettamente si riflette anche sul successivo esercizio del diritto di critica.. Non può quindi considerarsi lecita la critica di un fatto che contenga ricostruzioni o insinuazioni personali dell'autore tali da sconvolgerne il reale significato.(pag. 11-12 del documento accusatorio) Attenzione, il passaggio logico è importante e contiene una implicazione tanto pericolosa quanto arbitraria: la critica politica è legittima solo quando le premesse fattuali su cui essa si fonda non sono oggetto di contestazione possibile. Il che significa: la critica politica è abolita, perché le premesse fattuali sono sempre passibili di controversia. Gli accusatori sostengono infine che la critica politica è sì lecita (bontà loro), ma solo quando sia rivolta a soggetti politici. E Mediaset non lo è. "è vero che nella critica politica si possono usare toni accesi e aspri, ma la suprema Corte di Cassazione ha posto delle condizioni affinché tale diritto sia esercitato legittimamente e cioè: - quando le espressioni siano pronunciate da un rappresentante politico verso un suo avversario - quando, pur provenendo da un qualsiasi soggetto siano rivolte ad un uomo che ricopra cariche istituzionali o svolga altrimenti politica. Contano insomma il ruolo e le funzioni del destinatario delle accuse, la tutela della cui reputazione è meno intensa di quanto non sarebbe in una qualsiasi altra situazione per l'interesse pubblico al controllo sull'operato dei rappresentanti della collettività. Il destinatario delle offese in questo caso è la società Mediaset che non è un soggetto politico." (dallo stesso documento accusatorio) Dal momento che Mediaset non è un soggetto politico, sostengono i legali di mediaset, non si può esercitare contro di loro una critica politica. Geniale trovata. Publitalia, Fininvest, Mediaset, cosa ha a che fare tutto questo con la politica italiana? Cosa ha a che fare con la cultura, con la società, con il potere? Nulla, naturalmente. Si tratta di aziende che pensano soltanto al fatturato, al mercato, e così via. Dunque è illegale criticare politicamente il loro operato, no? Dopo il licenziamento di Biagi, Santoro, Luttazzi, Guzzanti la censura non è più una novità. Parlavano a milioni di telespettatori con il linguaggio chiaro della denuncia, dell'informazione, della satira. Gli autori del libro sulle Telestreet si rivolgono a qualche migliaia di persone con un linguaggio analitico, formulando ipotesi, previsioni, proposte. Eppure Mediaset decide di perseguirli. Non è questo un passaggio ulteriore verso la chiusura definitiva di ogni spazio di libertà di pensiero e di espressione? Fermiamoli finché siamo in tempo. # distributed via <nettime>: no commercial use without permission # <nettime> is a moderated mailing list for net criticism, # collaborative text filtering and cultural politics of the nets # more info: majordomo@bbs.thing.net and "info nettime-l" in the msg body # archive: http://www.nettime.org contact: nettime@bbs.thing.net